La “Mensura Christi”
Ossia, la misura di Cristo, la
sua statura. Conoscere e tenere presente questo dato, soprattutto per i devoti
cristiani, è stato per secoli di grande importanza. Tutto cominciò nel Vi
secolo, a Costantinopoli, quando l’imperatore Giustiniano, mandò degli uomini
leali e di fiducia a Gerusalemme per accertare la misura esatta di Cristo. In
base alle misure che questi uomini riportarono a casa Giustiniano fece fare una
croce (conosciuta come ‘Crux aurea’ o ‘Crux mensuralis’) alta come Cristo il cui braccio corto
misurava come le sue spalle. La croce fu ricoperta di oro, argento e pietre
preziose e fu posta nella sacrestia di Santa Sofia, insieme ad altri tesori.
Venne descritta da diversi pellegrini, come per
esempio da Antonio, successivamente vescovo di Novgorod:
“La Preziosa croce che è ora conservata
nella sacrestia [di Santa Sofia] rappresenta la statura di Nostro Signore Gesù
Cristo, diligentemente misurata a Gerusalemme da fedeli inviati e degni di
fiducia; e per questo fu adornata con pietre preziose ed argento e coperta
d’oro, e ancora oggi concede salute, espelle il male e porta via i demoni”.
Purtroppo questa croce sparì a causa del saccheggio
di Costantinopoli del 1024 ad opera dei Crociati.
Da dove presero de misure di Cristo gli uomini di
Giustiniano? L’unica fonte possibile sarebbe la Sacra Sindone ma questa, si
trovava a Gerusalemme al tempo dei fatti?
Però è anche possibile che la
necessità di sapere qual era la statura di Cristo non fosse iniziata da
Giustiniano ma che già esistesse e lui non fece altro che dargli forma. A
Gerusalemme già si vendevano nastri con la lunghezza di diversi parti del corpo
di Cristo che venivano comprati dai pellegrini e che probabilmente esportarono
in Occidente l’uso degli stessi. Qui la ‘Mensura Christi’ divenne
un tema di carattere spirituale soprattutto dal XII secolo in poi, anche per
mantenere il ricordo della statura di Cristo quando la ‘Crux Aurea’ era ormai sparita.
In un interessante manoscritto
fatto a Genova intorno al 1293, il Codice III, Pluteo XXV della Collezione
Medici e conservato nella Biblioteca Laurenziana di Firenze, troviamo la famosa
‘Mensura Christi’. Sotto l’immagine di Cristo
risorto e togato vi è un’unità di misura, come una fettuccia, a partire dalla
quale si può calcolare la sua statura, con un’iscrizione che recita:
“Haec linea bis sexties ducta
mensuram dominici corporis monstrat. Sumpta est autem de Constantinopoli ex
aurea cruce facta ad formam corporis Christi”.
(Questa linea moltiplicata due volte sei volte
(ossia dodici volte) porta alla misura del corpo del Signore. Fu presa a
Costantinopoli dalla Croce Aurea fatta sulla forma del Corpo di Cristo).
La lunghezza di questo nastro disegnato è di circa
15 cm. il che porterebbe a una statura di Cristo di circa 180 cm che è più o
meno la statura che viene attribuita a Cristo da vari sindonologi e dalla
Chiesa Orientale, con poche differenze tra di loro.
Codice manoscritto del XIII secolo dove troviamo
una misura da moltiplicare per 12 per trovare la “Mensura Christi” o
statura di Cristo
Nastri o cordicelle che
riproducevano la statura di Cristo o una parte del suo corpo venivano usati per
pregare, o essere conservati come oggetti portatori di buona fortuna o da
appendere in casa come guardiani per mantenere fuori ogni disgrazia, perché
guardandoli ogni giorno si evitava di morire di morte improvvisa e di soffrire
danni a causa di incendi, tempeste, ecc. Quindi avevano un valore apotropaico e
scaramantico, e venivano anche denominati (Longitudo Christi),
la Lunghezza di Cristo.
A questo punto è importante tener presente che il
metodo che oggi usiamo per misurare, il sistema metrico-decimale, fu inventato
verso la fine del XVIII secolo e tolse tutto quello che c’era di personale o
afferente a una persona rispetto al modo antico di misurare. Diciamo che siamo
passati da un sistema molto legato all’uomo, più personalizzato (un braccio, un
piede) a uno più asettico e astratto, che prende come referimento una
piccolissima parte della distanza fra l’equatore ed il Polo Nord. Oltretutto
queste misure basate sulla vita quotidiana e sulla persona, potevano variare
sensibilmente da una zona all’altra della geografia.
La Vera Lunghezza di Nostro Signore Gesù Cristo”.
Striscia di carta (Secolo XV, Germania). Mühlviertler Schlossmuseum, Freistadt,
Austria
Questo fatto forse ha
contribuito a che la devozione per questi nastri, che con il tempo era
diventata quasi una superstizione, a partire dal XVIII secolo cominciò a
scemare fino a sparire quasi de tutto.1 Una volta
rimosso il ’fattore umano’, che creava la sensazione e il misticismo necessario
a far credere che la lunghezza del nastro potesse catturare alcuna presenza di
Cristo, questi nastri ormai caddero in disuso.
Questa misura in Occidente
venne riprodotta in diversi modi. Però forse quella che richiama di più
l’attenzione è la ‘Mensura Christi’ che oggi possiamo
vedere nel chiostro della Basilica di San Giovanni in Laterano. Si tratta di
quattro colonnine alte 1,83 m, sopra le quali è appoggiata una lastra di
granito. Su quest’ultima torneremo dopo.
Targa che identifica la ‘Mensura
Christi‘, di cui la foto all’inizio di quest’articolo. Chiostro
basilica di San Giovanni in Laterano, Roma
Fino alla fine del XVI secolo,
questa particolare ‘Mensura Christi’ si trovava nella
Sala del Concilio dell’annesso Palazzo Lateranense fino a che non fu
smantellata per fare spazio al nuovo palazzo. Era situata al centro della sala
e serviva da sfondo al trono papale. Quindi il papa era davanti a una struttura
che riproduceva la statura di Cristo e, in un certo senso, si fondeva con la
stessa suggerendo che Cristo in quel momento si faceva presente nella persona
del suo rappresentante sulla terra. Questa struttura veniva anche utilizzata in
diversi altri riti, come per esempio passare sotto di questa prima di unirsi a
una processione. Nel 1588 la ‘Mensura Christi’ fu
portata dentro la basilica e successivamente nel chiostro.
Croce in falso porfido chiamata ‘Crux Mensuralis‘. Abbazia di San Nilo, Grottaferratra
(Roma)
Un’altra ‘Mensura Christi’ e più precisamente una ‘Crux Mensuralis’ possiamo vederla nell’abbazia di
San Nilo, a Grottaferrata, a pochi chilometri da Roma, e realizzata in falso
porfido verso la fine del secolo XIX sulle misure della Sacra Sindone. Questa
croce ne avrebbe sostituita un’altra più o meno delle stesse misure della quale
non se ne conosce il materiale e che probabilmente già esisteva all’epoca dalla
fondazione dell’abbazia nel 1004. Questa croce avrebbe rappresentato le misure
di Cristo, ma non è chiaro da dove furono prese. Ci sarebbe da chiedersi se i
monaci basiliani che fondarono l’abbazia, una congregazione greco-bizantina,
che venivano dalla Calabria che allora apparteneva all’impero bizantino, non
conoscessero le dimensioni della Croce Aurea di Giustiniano. Dovuto al suo
stato avanzato di deterioro che non ne consentiva di stabilire le misure esatte,
nel 1890 l’allora abate dell’abbazia chiese al Cardinale di Torino le misure
della Sacra Sindone e questi mandò un disegno della stessa con le misure esatte
che servirono per realizzare questa nuova croce.
Nel complesso di Santo Stefano di Bologna2 troviamo un’altra misura di Cristo, una
colonna che sarebbe stata portata da Gerusalemme da Petronio, vescovo della
città. Secondo questa colonna la statura di Cristo sarebbe stata di 1,73 m.
Colonna che rappresenta la statura di Cristo.
Cripta della Chiesa del Crocefisso. Complesso di Santo Stefano, Bologna
E ora torniamo alla citata lastra di granito
appoggiata sulle 4 colonnine della “Mensura Christi“ di San Giovanni in
Laterano. Un’iscrizione sopra di questa recita:
“Et super vestem meam miserunt sortem”, (qui
sopra misero a sorte le mie vesti), riportando un parte del Salmo 22 della
Vulgata, ripresa nel Vangelo di Giovanni:
“I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù,
presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la
tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a
fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi
tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie
vesti, e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero
così”. (Gv 19,24.24)
Targa che indica che il reperto 165 (Et super vestem meam…) si
riferisce alla lastra di porfido rosso (reperto 166) visibile sotto il
baldacchino della ‘Mensura
Christi‘
Normalmente gli ebrei venivano seppelliti con
le loro vesti, ma nel caso dei condannati a morte i loro vestiti erano dati ai
soldati. Questa tunica3, essendo
inconsutile, non poteva essere divisa come fecero con il resto delle vesti,
ragion per cui se la giocarono a sorte. Questa lastra di marmo, secondo
l’architetto Palladio (1508-1580), sarebbe stata quella dove i soldati
gettarono i dadi.
L’iscrizione latina al di sopra della ‘Mensura
Christi’ e quindi al di sopra della lastra di
marmo, presta un po’ a confusione. Infatti, una targa più piccola indica
che i soldati non gettarono i dati su questa lastra, come potrebbe sembrare a
prima vista, ma su una di porfido rossa appoggiata alla parete situata ‘sotto’
quella di granito sostenuta dalle colonnine (vedi figura all’inizio di
quest’articolo).
Invece, ma non esiste nessuna targa che lo indica, secondo un inventario
di reliquie della basilica del 1518, la lastra di granito sarebbe stato il
banco di transazione dove sarebbero stati contati i trenta denari, il prezzo
del tradimento di Giuda. E porre questa lapide sulle colonne che indicano la
sua misura ha probabilmente un valore simbolico: i trenta denari furono il
prezzo di Cristo e quindi la misura del suo valore.
—–
1.- Richiamo l’attenzione sul fatto che fino
a alcuni decenni fa si è mantenuta un’usanza da parte dei pellegrini di
comprare dei nastri con la misura di alcune vergini di famosi santuari, ma
anche con la misura di alcune immagini importanti, come per esempio quella
della Veronica a Roma, tradizione che si è mantenuta per secoli. Questi
nastri si legavano normalmente al polso o venivano appesi al collo con una
medaglia con la stessa immagine.
2.- Per approfondire un po’ di più su questo
complesso rimetto alla lettura del mio articolo ‘Santo
Stefano di Bologna, ovvero la Gerusalemme Italiana’
3.- Per approfondire di più sulla tunica di
Cristo invito alla lettura degli articoli: ‘Gli
abiti di Cristo (1) – La sacra tunica di Treviri’, ‘Gli
abiti di Cristo (2): La Sacra Tunica di Argenteuil’ e ‘Gli
abiti di Cristo (3): La tunica fantasma‘
Per saperne di più: E. Lugli: The
Making of Measure and the Promise of Sameness. The University of Chicago 2019
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